mercoledì 10 dicembre 2014

23 - Cataloghi

Ecco alcuni cataloghi reperibili online di marchi e modelli di cucchiaini in vendita:

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http://www.ikea.com/ch/it/search/?query=cucchiaini
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http://www.fratelliguzzini.it/prodotti?t=27

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http://www.brandani.it/it/linea-tavola/tav14/posate-e-coltelli
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LOVEThESIGN - Be Cool, Stay Home

http://www.lovethesign.com/search/results/cucchiaini

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martedì 18 novembre 2014

22 - Galleria fotografica delle esperienze dirette

Breve galleria fotografica di un cucchiaino in alluminio.

Le seguenti foto/video sono state effettuate in casa, utilizzando una fotocamera 16Mpixel, il giorno 19/11/14, ore 19.30.

Cucchiaino su tovaglia a fiori
Pausa merenda: yogurt e cucchiaino
Suoni con bicchieri e cucchiaino
Video in allegato: suoni con bicchieri e cucchiaino

Catapulta + Cucchiaino = "cucchia"pulta!

21 - Quadri prosopografici

Cos'è la prosopografia?
E' uno studio volto a raccogliere le notizie disponibili sui personaggi di un dato ambiente in un determinato periodo al fine di individuarne le caratteristiche comuni e ricostruirne le carriere, il profilo sociale o altri elementi della biografia.
Di seguito vengono quindi elencati alcuni volti noti per aver una qualche affinità con i nostri oggetti.
  • Prosopografia della colza
Jules Breton


Louis Aimé Aldolphe Jules Breton (Pas-de-Calais, 1º maggio 1827 – Parigi, 5 luglio 1906) è stato un pittore e poeta francese.

Di formazione accademica, realista e naturalista, Jules Breton è stato uno dei primi illustratori della vita rustica, soprattutto nella provincia di Artois. I suoi lavori iniziano attorno al 1848, un periodo di forti sconvolgimenti sociali e politici.

Pur essendo lontano dalle forti tematiche sociali di Courbet o dal realismo poetico tinto di pessimismo di Millet il suo stile nel rappresentare singole figure femminili di contadine poste contro il sole al tramonto in un paesaggio ha avuto molto successo, specialmente negli Stati Uniti. Qui riportiamo una di queste avente come soggetto proprio la colza: The Colva (Harvesting Rapeseed) del 1860.

The Colva (Harvesting Rapeseed) 
by Jules Adolph Aime Louis Breton, 1860
E 'stato uno dei più noti pittori del suo tempo in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti, vincendo numerosi riconoscimenti ai vari Saloni dove espose. Tra i suoi ammiratori vi era anche Vincent van Gogh.

Fonti:

Jules Breton Wiki
Treccani - Jules Breton

Rudolf Diesel


Rudolf Christian Karl Diesel (Parigi, 18 marzo 1858 – Canale della Manica, 30 settembre 1913) è stato un inventore tedesco, famoso per l'invenzione del motore che ne porta il nome.

Dopo essersi diplomato brillantemente nel 1880 presso la Technische Hochschule di Monaco, tra il 1880 e il 1890 Diesel cercò di trovare un più efficace sostituto per il vapore come mezzo fluido da usare nelle macchine termiche. Giovandosi di una notevole preparazione teorica di tipo matematico e fisico, Diesel riuscì a progettare un motore che aveva un rendimento superiore a quello della macchina a vapore e del motore che Nikolaus August Otto aveva inventato di recente.

Il motore venne brevettato nel 1892, ma fino al 1897 non venne realizzato alcun esemplare che funzionasse in modo del tutto soddisfacente. Durante il resto della sua vita Diesel si sforzò di introdurre il suo motore in tutto il mondo, ma fu sempre afflitto da problemi relativi alla fabbricazione, alle licenze e ai finanziamenti. Mentre era in viaggio alla volta dell'Inghilterra (1913) cadde in mare e morì. Negli anni seguenti il motore Diesel ha acquistato sempre maggiore importanza come generatore di potenza per macchinari e mezzi di trasporto.

Il motore Diesel venne originariamente pensato alla fine dell'800 dal suo inventore per funzionare con olio vegetale, ma in seguito fu sostituito dall'olio minerale detto gasolio diesel. Oggi si è riscoperto che l'olio di colza, opportunamente trattato e trasformato in biodiesel, può essere utilizzato come biocarburante per i motori Diesel. Durante la seconda guerra mondiale venne usato come carburante per veicoli nautici a causa delle difficoltà ad approvvigionarsi carburanti petroliferi.

Fonti:

Rudolf Diesel Wiki
NGK - Funzionamento motore diesel


Ronald McDonald


Ronald McDonald è un personaggio immaginario abbigliato da clown, è uno dei simboli della compagnia di fast food McDonald's Corporation.

Nel 1962, al fine di fidelizzare le famiglie e soprattutto i bambini, un negozio in franchising di Washington D.C.sponsorizzò uno spettacolo per bambini battezzato Bozo's Circus (il Circo di Bozo). Bozo il clown era un personaggio in franchising, interpretato a Los Angeles da Willard Scott.
Quando lo spettacolo fu annullato Scott fu assunto per rappresentare la nuova mascotte di McDonald's, Ronald McDonald, nei primi tre spot televisivi che includevano il personaggio, nel 1963. Il personaggio venne poi diffuso in tutto il resto degli Stati Uniti grazie ad una campagna pubblicitaria.

Il brand è sempre stato soggetto a grosse critiche sugli ingredienti da esso adoperati. Per porre in parte rimedio negli Usa McDonald’s ha lanciato la campagna “Our Food, Your Questions”: sul sito della multinazionale chiunque può fare domande (tipo: “Quali parti del manzo finiscono nel mio hamburger?”). http://www.mcdonalds.com/us/en/your_questions/our_food/ingredients.html

Un video dedicato alle patatine fritte fa vedere da dove provengono le patate, come sono lavorate, in che tipo di olio friggono, quanto sale contengono. L'olio di canola compare tra i 17 ingredienti usati per realizzare le loro patatine fritte. Di seguito l'elenco in lingua originale:
"potatoes, canola oil, hydrogenated soybean oil, safflower oil, natural flavour (vegetable source), dextrose, sodium acid pyrophosphate (maintain colour), citric acid (preservative), dimethylpolysiloxane (antifoaming agent) and cooked in vegetable oil (Canola oil, corn oil, soybean oil, hydrogenated soybean oil with THBQ, citric acid and dimethylpolysiloxane) and salt (silicoaluminate, dextrose, potassium iodide)"
(video in inglese, minuto 3.00 per tipologia di olio)


Fonti:

Ronald McDonald Wiki
McDonald's.com


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  • Prosopografia del cucchiaino
Oldenburg & van Bruggen

        

Claes Thure Oldenburg (28 gennaio 1929, Stoccolma) è un artista e scultore svedese naturalizzato statunitense, appartenente alla corrente della pop art.
Sua moglie Coosje van Bruggen (6 Giugno, 1942 – 10 Gennaio, 2009) era scultrice, storica dell'arte e critica.

Famose le loro sculture di oggetti a grande scala: tra questi spicca lo Spoonbridge and Cherry (Minneapolis Sculpture Garden, 1985-1988).

Il Minneapolis Sculpture Garden si trova di fronte al Walker Art Center.
Nella ricerca di un soggetto che fosse orizzontale e comprendesse gli elementi di una fontana, in modo da non dominare le altre sculture nel giardino, la scelta è ricaduta su il cucchiaio.

Forma e colore suggeriscono l'idea del pattinaggio su ghiaccio, un'attività molto popolare durante i mesi invernali a Minneapolis . La ciotola rialzata del cucchiaio, nella sua larga scala , quasi suggerisce la prua di una nave. Coosje, però, aveva sempre considerato la forma cucchiaio di per sé troppo passiva per un soggetto scultoreo, e scherzosamente cercò di dimostrarlo mettendo una ciliegia di legno con uno stelo a base di un chiodo in un cucchiaio trovato in studio, un atto che immediatamente "eccitò" il soggetto. La combinazione è stata ripetuta nel modello di presentazione per la scultura da giardino. Dallo stelo della ciliegia fuoriesce un getto d'acqua.

Fonti:
Oldenburg & van Bruggen.com


Uri Geller


Uri Geller (Tel Aviv, 20 dicembre 1946) è un personaggio televisivo israeliano, divenuto famoso per i poteri psichici che ha affermato di possedere.

Geller arrivò al successo negli anni settanta attraverso una serie di apparizioni televisive in cui, con alcuni esperimenti, affermò di aver dimostrato le sue capacità di telecinesi, rabdomanzia e telepatia, ritenendosi capace, in particolare, di poter piegare cucchiai, fermare o accelerare lancette di orologi ecc. Malgrado i prestigiatori siano in grado di produrre risultati identici usando i trucchi della magia da palcoscenico, Geller affermava che questi effetti erano causati dalla forza della propria mente e dai poteri della volontà.

Fonti:
Uri Geller Official Website

Inga Sempè

 

Inga Sempé è la vincitrice del concorso organizzato nel 2011 da Domus e Alessi per il 60 ° anniversario de Il Cucchiaio d'Argento, la rivista gastronomica più venduta al mondo. 

Il cucchiaio snello progettato da Inga Sempé ha due forme arrotondate - conca e manico- uniti da un collo stretto. Il cucchiaio si ispira all'osservazione di posate e utensili da cucina cari alla designer (ad esempio al cucchiaino danese con una ciotola rotonda usata come un bambino o a quelli da gelato con un manico piatto).

Per gli altri designer che hanno partecipato:


20 - Brevetti

Data l'enorme quantità di brevetti in proposito, qui di seguito si riportano tre brevetti, uno per secolo (rispettivamente dal IXX, dal XX e dal XXI) di cucchiaini,.

Il brevetto più vecchio al quale si riesce a risalire è del 1861 sotto dominio di Manuel Carranza (Havana, Cuba).
CLAIM:
"(...) To all whom it may concern:
Be it known that I, MANUEL CARRANZA, a citizen of Mexico, residing at Havana, Cuba, have invented and produced a new and original Design for a Spoon,'of which the following is a specification, reference being had to the accompanying drawing, forming part thereof, which represents a spoon decorated in accordance with my design.
(...) The bowl is represented as having artisti- 20 call y drawn thereon letters reading Recuerdo Habanaf but such decoration I do not claim as a portion of the design.

I claim a design for a spoon, substantially as here- 2 5 in shown and described."

Numero di pubblicazioneUSD21257 S


Passando al secolo successivo, si inizia a notare qualcosa di più originale: sotto il nome di Jack Yolles in data 21 Novembre 1951 si nota il brevetto di un inconsueto cucchiaio dotato di piccoli denti, progettato apposta per essere inserito nella frutta e cavarne l'interno.
CLAIM:
"(...) What I claim is:
In a spoon, a bowl having a handle, a plurality of elongated tapered tines integral with the bowl and positioned at the front thereof and diametrically opposite to the handle, said tines being sharpened on both edges and joined at their bases by arcuate cutting edges for initially cutting into citrus type fruit for removal of its sections, and a plurality of closely aligned cutting teeth in the form of saw teeth arranged integral with and along each lateral edge of the bowl, whereby reciprocating motion of the handle causes the teeth to fully separate fruit sections initially cut by the cutting edges of the tines."

Numero di pubblicazioneUS2647310 A


Il brevetto ai giorni nostri si usa anche per appropriarsi di una determinata decorazione o fantasia, più o meno semplice come quella sul cucchiaio di plastica di Tat Po Ng (?) del 2014.
CLAIM:
The ornamental design for a tri-stack hollow handle plastic spoon, as shown and described.


Numero di pubblicazioneUSD705604 S1


Fonti:
Google Patent Search
www.google.com/patents

lunedì 3 novembre 2014

19 - Processi di lavorazione della colza

Considerando che la resa media in semi del girasole si aggira attorno alle 2.6 t/ha (+/- 15%) si può calcolare che la resa per ettaro di olio raffinato è pari a circa 1 tonnellata. Tale relazione, seppure grossolana, è valida anche per il colza.
1 tonnellata di semi di girasole + 2,63 tonnellate di residui colturali
= 420 kg di olio grezzo + 580 kg di panello
= 390 kg di olio raffinato + 30 kg residui di processo



Oggi le tecniche di estrazione sono di tipo:
  • meccanico (normalmente a pressione)
  • chimico (a solvente,di solito esano).


Le principali fasi dell'estrazione possono essere così sintetizzate:

  • Pulizia

I semi, prima della lavorazione, devono essere separati dalle eventuali impurità (es.: ferro, pietrisco, terra ecc.) provenienti dalle operazioni di raccolta in campo e trasporto nei sili. L'operazione si rende necessaria per ottenere una buona qualità del prodotto e preservare l'integrità dell'impianto. I materiali metallici vengono facilmente eliminati con elettromagneti; per quelli non metallici, invece, si ricorre a vibrovagli.

  • Decorticazione

Elimina lo strato protettivo ligno-cellulosico (pericarpo) che caratterizza alcuni semi (es.: girasole). Questo non contiene olio e il relativo contenuto proteico è generalmente modesto. Conseguentemente, la decorticazione consente di diminuire la dimensione delle presse, la relativa abrasione e il quantitativo di solvente necessario.


I decorticatori sono essenzialmente di due tipi: a cilindro e a dischi. Il principio su cui operano è, tuttavia, analogo: leggera pressione sul seme per l'apertura del pericarpo e relativa separazione dalla mandorla mediante corrente d'aria. La decorticazione non è mai totale; tende, infatti, a raggiungere un compromesso fra eliminazione del pericarpo e perdita di sostanza grassa durante il processo.

E' da sottolineare che, mentre l'eliminazione del tegumento ligno-cellulosico dei semi di soia e di colza sia una pratica ricorrente, la sgusciatura del seme di girasole è ancora largamente disattesa, in quanto rallenta il processo di lavorazione e pone il grave problema dello stoccaggio e della utilizzazione dei gusci, un materiale povero e a basso peso specifico.

  • Macinazione

L'olio è contenuto nelle cellule oleifere, all'interno di organuli citoplasmatici, detti vacuoli. La rottura di queste strutture, mediante schiacciamento (per lacerazione o laminazione), determina un incremento della velocità di estrazione. Quest'ultima, in sintesi, è funzione dello spessore delle lamine di seme.
Di conseguenza, è conveniente sminuzzarlo il più finemente possibile. Lamelle troppo sottili, tuttavia, portano alla formazione di polveri che ostacolano il drenaggio del solvente nella relativa fase di estrazione.

  • Riscaldamento e condizionamento

Il primo aumenta la velocità di estrazione dell'olio e rende più efficiente il drenaggio della matrice proteica. Con il secondo si forma un film d'acqua sulla superficie del seme, in modo da favorire la diffusione dell'olio dall'interno verso l'esterno e determinare la rottura dei vacuoli residui.

Riscaldamento e condizionamento sono ottenuti con specifici dispositivi (cookers) che vengono sovrapposti alle presse.

  • Spremitura

Interessa solo i semi ad elevato contenuto in olio. 
Può essere totale o parziale: nel primo caso, la maggior parte dell'olio presente viene estratto in un solo passaggio; nel secondo, ne viene estratta una quantità minore e il residuo trattato chimicamente (estrazione con solvente) ottenendo una farina.

La spremitura totale, ottenuta impiegando presse continue, comporta un assorbimento di circa 45 kWh/t di seme e fornisce un panello (expeller) con residuo oleoso minimo del 5-12%. Nel secondo caso, invece, la spremitura lascia un contenuto in olio del 20-24%.

  • Prima depurazione

Le impurità più grossolane (frammenti di seme, farinette ecc.) sono rimosse con decantatori, vibrovagli o centrifughe
Le particelle più minute vengono invece eliminate con filtropresse.

  • Estrazione con solventi

La velocità di diffusione della sostanza grassa dal seme al solvente dipende da una serie di fattori legati dalla relazione:
log Q/Q0 = 0.0911 - 4.286 * D/(2*L)^2*t
dove:
  • Q = olio per unità di peso di seme dopo l'estrazione (%); 
  • Q0 = olio per unità di peso di seme prima dell'estrazione (%) ; 
  • D = costante di diffusione ad una data temperatura (cm²/s); 
  • L = semispessore delle lamelle (mm); 
  • t = tempo di estrazione (h). 
L'estrazione tramite solvente può essere condotta con flussi di materia (expeller e solvente) in controcorrente:

  • per percolazione: si ottiene facendo cadere sulla massa il solvente per gravità; 
  • per immersione: si immerge nel solvente in movimento la massa da disoleare; 
  • in controcorrente mista

  • Resa

La resa in olio del processo di estrazione è variabile, dal colza e dal girasole si estrae circa il 36-38% in peso di olio. E' ovviamente una resa media influenzata dalle modalità di estrazione e dalla specie vegetale. 

18 - Processi di produzione del cucchiaino

L'acciaio usato per la produzione dei cucchiaini (e delle posate in acciaio inox in generale) è prodotto in acciaierie con processi siderurgici. La materia prima è costituita da rottame di ferro che viene caricato, assieme a sostanze fondenti, in forni elettrici dove per effetto del calore avviene la fusione.

Al metallo liquido così ottenuto in grandi contenitori denominati siviere viene addizionato a piccole frazioni percentuali di altri metalli (nichel e cromo) per renderlo inossidabile e di altre sostanze speciali per eliminare le impurità non metalliche presenti. 

Viene successivamente solidificato nella forma di sezione rettangolare (brama) e in sequenza laminato fino a ridurne lo spessore a valori compresi tra 0,8 mm e 10 mm secondo la richiesta finale. Infine viene poi avvolto in rotoli denominati coils.

Gli acciai inox differiscono in base alla percentuale degli elementi costituenti la lega. Vengono classificati con la sigla AISI proveniente dagli Stati Uniti (American Iron and Steel Institute).

La lavorazione è definita a freddo perchè tutte le deformazioni (taglio, stiramento dell'acciaio, coniatura) sono realizzate senza riscaldare il materiale. 


Le fasi di lavorazione a freddo delle posate da coil sono:
  1. Tranciatura dello sviluppo del pezzo ovvero del profilo
  2. Laminatura con rulli per assottigliare la parte anteriore e ottenere un bilanciamento ottimale del pezzo
  3. Rifilatura della parte anteriore del pezzo (tazza del cucchiaio, rebbi delle forchette ecc.)
  4. Sgrassaggio per eliminare gli olii delle varie lavorazioni
  5. Coniatura per dare curvatura e ottenere la forma dell'oggetto finale
  6. Lucidatura realizzata con l'impiego di rulli abrasivi per eliminare la sbavatura delle "coste" e fresatura dei rebbi delle forchette e lavorazione di tutte le superfici con rulli per lucidatura e paste lucidanti per donare brillantezza
  7. Lavaggio per togliere residui di pasta abrasiva
  8. Controllo di qualità a monitoraggio costante affinché il prodotto sia conforme
  9. Confezionamento di protezione per stoccaggio in magazzino
Fonti:
EME Posaterie- Prodotti in Acciaio per la Cucina e la Tavola - Processo Produttivo


giovedì 30 ottobre 2014

17 - Principi nutrizionali della colza

La composizione acidica dell'olio di colza è simile a quella dell'olio di oliva; i semi della varietà canola sono infatti particolarmente ricchi di acido oleico, ma anche - caratteristica piuttosto rara tra gli oli vegetali - di acido alfa-linolenico.
Quest'ultimo è il capostipite dei cosiddetti omega tre, acidi grassi particolarmente apprezzati in quanto essenziali per la buona salute dell'organismo e dotati di effetti ipotrigliceridemizzanti ed antinfiammatori.
Nell'olio di colza risulta ottimale anche la proporzione tra omega-tre ed omega-sei, spesso sbilanciata a favore di questi ultimi per l'eccessivo consumo di oli vegetali (ad esclusione di quello di colza, di semi di lino e di canapa) e l'insufficiente introduzione di alimenti ricchi in omega-tre (pesce e relativo olio).


La selezione delle varietà di colza non si è però fermata alla nascita della canola, ma è poi proseguita per abbattere ulteriormente il contenuto in acido erucico, fibra e glucosinati; questi ultimi sono infatti responsabili della formazione di prodotti volatili di cattivo odore durante la pressione dei semi, mentre la riduzione della fibra ha lo scopo di abbattere la frazione non digeribile del pannello residuo, da destinare all'alimentazione animale aumentandone la capacità di accrescimento.

Sul fronte opposto, sono state selezionate anche varietà di colza ad alto contenuto in acido erucico, da destinare alla preparazione di lubrificanti, carburanti (biodiesel), vernici, gomme, decapaggio degli acciai ed olio siccativo. L'olio di colza a basso contenuto in acido erucico è invece impiegato come olio da tavola, da cucina e nella fabbricazione di margarine e shortening.




Di seguito la composizione dell'olio vegetale (di colza e non).

Acidi grassi
Gli acidi grassi sono acidi la cui struttura molecolare è una catena alifatica lineare con un gruppo carbossilico ad una estremità. Sono gli ingredienti costitutivi di quasi tutti i lipidi complessi e dei grassi vegetali e animali.
Possono essere classificati in base alla lunghezza della catena carboniosa in:
  • - acidi grassi a catena corta con un numero di atomi di carbonio da 1 a 4;
  • - acidi grassi a catena media con un numero di atomi di carbonio da 8 a 14;
  • - acidi grassi a catena lunga con un numero di atomi di carbonio da 16 a 20-24.
.Un’ulteriore classificazione può essere fatta in base all'assenza o alla presenza di doppi legami nella catena carboniosa da cui dipende anche la temperatura di fusione degli acidi grassi stessi. Ci possono essere quindi:
  • acidi grassi saturi se non ci sono doppi legami;
  • acidi grassi insaturi se ci sono doppi legami; in particolare si possono ulteriormente distinguere in mono-insaturi, se ne è presente uno e poli-insaturi, se ne sono presenti più di uno.


Glicerolo


Il glicerolo, noto anche col nome di glicerina è un triolo, cioè un composto 
organico nella cui struttura sono presenti tre gruppi -OH.
A temperatura ambiente è un liquido incolore piuttosto denso, viscoso e dolciastro; la presenza di tre gruppi -OH lo rende miscibile con l'acqua in ogni proporzione.

Il glicerolo è un componente dei lipidi (oli e grassi) e dei fosfolipidi o glicolipidi, dai quali è ottenuto per idrolisi o transesterificazione. Quando l'organismo utilizza le sue riserve di grasso, dapprima le scinde in acidi grassi e glicerolo, quest'ultimo è trasformato nel fegato in glucosio diventando una fonte di energia per il metabolismo cellulare.


Triacilgliceroli
I triacilgliceroli o trigliceridi sono molecole che derivano dalla completa esterificazione delle funzioni ossidriliche del glicerolo con acidi grassi. Se tutte e tre le funzioni alcoliche sono esterificate con lo stesso tipo di acido grasso, si parla di trigliceride puro, altrimenti, misto.
In natura, la quasi totalità dei grassi vegetali è formata per la maggior parte da trigliceridi.

Monoacilgliceroli e diacilgliceroli
Sono esteri parziali del glicerolo; sono comunemente distinti in monoacilgliceroli (o monogliceridi) quando un solo ossidrile è esterificato con una molecola di acido grasso, e diacilgliceroli (o igliceridi) quando ci sono 2 gruppi ossidrilici esterificati con acidi grassi.
Essi derivano da incompleta biosintesi dei triacilgliceroli, o da idrolisi con questo gruppo.
Sono impiegati nell'industria alimentare come emulsionanti.

Strutture molecolari di un mono-, di-, tri- gliceride

Cere
Sono molecole che derivano dall’esterificazione di una molecola di acido grasso con una molecola di alcole a lunga catena e che vanno a comporre una molecola con una catena lunga tra i 32 e i 44 atomi di carbonio.
Solitamente si trovano nella parte esterna dei vegetali e hanno anche funzione protettiva.

Frazione insaponificabile
Questa frazione è costituita da una serie abbastanza eterogenea di classi di sostanze.
Tali sostanze sono: idrocarburi, tocoferoli e tocotrienoli, steroli, alcoli alifatici e terpenici, fosfolipidi, glicolipidi e pigmenti.

  • Idrocarburi
Gli idrocarburi sono componenti naturalmente presenti negli oli vegetali, possono avere una catena lineare o ramificata satura o insatura; possono presentare una struttura terpenoide ossidrilata o meno.
L’idrocarburo più diffuso in natura è lo squalene, presente nell’olio d’oliva, nel grasso di cocco, e negli oli di cotone, soia e mais.
  • Tocoferoli e tocotrienoli
I tocoferoli rappresentano una classe costituita da 8 composti naturalmente presenti negli oli vegetali che sono solitamente indicati come vitamina E.
Con tale termine si indica quindi 8 composti che sono gli alfa-, beta-, gamma-, delta-tocoferoli e altrettanti tocotrienoli. I tocoferoli sono composti che derivano dal 2-metil-6-cromanolo con una catena laterale satura di 3 unità terpeniche legate al carbonio. La loro funzione è diantiossidanti.
  • Steroli
Gli steroli hanno tutti una struttura comune riconducibile al ciclo pentano peridro fenantrene, con un doppio legame nell’anello B, una catena alifatica ramificata, satura o insatura e un ossidrile in posizione 3.
In natura gli steroli sono costituenti strutturali di membrane e pareti cellulari e sono precursori di alcune vitamine e ormoni. La frazione lipidica dei vegetali è caratterizzata da una composizione degli steroli alquanto varia, relazionabile alla famiglia botanica di appartenenza, tanto da essere definita “l’impronta digitale” degli oli.
L’olio estratto da semi di Brassicaceae per esempio è caratterizzato da circa il 10-15% di brassica sterolo, e 30% di campesterolo. 
  • Alcoli alifatici
Gli alcoli alifatici sono costituiti da una catena idrocarburica aperta; i più rappresentativi sono il tetracosanolo, l’esacosanolo e il docosanolo. La loro presenza negli oli è molto modesta, e i maggiori quantitativi (7%) si riscontrano negli oli estratti con solventi.
  • Alcoli terpenici
Gli alcoli terpenici sono formati da almeno 2 molecole dell’idrocarburo isoprene; essi sono presenti in tutti gli oli e compongono la parte in saponificabile in quantità variabili dal 5 al 10% fino a punte del 30%.
  • Fosfolipidi
I fosfolipidi sono in generale, derivati dell’acido glicerofosforico i cui residui ossidrilici sono esterificati con acidi grassi o eterificati con alcoli, in genere a lunga catena. Gli acidi fosfatici sono la formula più semplice dei fosfolipidi e possono essere ricondotti alla struttura di un diacilglicerolo con un gruppo fosforico in una delle posizioni esterne.
I fosfolipidi sono costituenti essenziali di tutte le cellule; alcuni suoi esteri come la lecitina, recuperata nel processo di raffinazione dell’olio vegetale, trova impieghi nell’industria alimentare come emulsionante.
  • Glicolipidi
I glicolipidi sono strutturalmente molto simili ai fosfatidi ma non contengono acido fosforico; questi composti contengono uno o più residui monosaccaridici uniti con legame glicosidico ad un residuo idrofobico, ad esempio acilglicerolico, sfingolipidico, ceramidico o un fenilfosfato.
  • Pigmenti
Le sostanze grasse contengono diversi composti naturali isoprenoidi e non, che assorbono radiazioni nel campo del visibile (da 400 a 800 µm) e che conferiscono quindi colore. Ad esempio, il colore proprio dei pigmenti carotenoidi, variabile dal giallo al rosso, è dovuto al sistema cromoforo, costituito da una sequenza più o meno estesa di doppi legami coniugati; il
colore verde, caratteristico degli oli vergini di oliva, di colza, di soia e di vinaccioli, è dovuto alla presenza della clorofilla, mentre le tonalità marrone sono in genere attribuite a prodotti di ossidazione e polimerizzazione degli acidi grassi.
I principali pigmenti degli oli e dei grassi sono: carotene, clorofilla a e b, gossipolo, licopene, luteina, violaxantina e zeaxantina.
Fonti:
"Caratterizzazione per il contenuto in olio di varietà di colza invernale"
 - Tesi di Gusella Matteo - Università degli studi di Padova - Facoltà di Agraria

mercoledì 29 ottobre 2014

16 - Sviluppo storico dei materiali del cucchiaino


Turkish spoon of wood and shell,
European spoon of horn, 
Southeast Asian spoon of rock crystal
I cucchiaini (e le posate in genere) sono realizzate principalmente in metallo; un tempo in argentoottone alpacca, oggi acciaio inox, ma esistono anche posate in legnocorno porcellana.

Per la ristorazione veloce o per occasioni in cui non vi è la possibilità di lavare le posate come picnic o feste ci sono posate in plastica usa e getta, anche imbustate per motivi igienici.

I cucchiai sono stati usati come utensili da cucina fin dal Paleolitico. E 'più probabile che i popoli preistorici usati conchiglie o trucioli di legno come cucchiai. Infatti, sia i termini in latino e in greco per cucchiaio derivano da coclea, che significa "guscio di lumaca a forma di spirale".

Roman (?) ligula spoon of bronze,
Asian cochleare spoon of bronze

Ciò suggerisce che le conchiglie erano comunemente usate come cucchiai in Sud Europa.

Inoltre, la parola spon anglosassone, che significa "pezzo o truciolo di legno", punta verso l'uso diffuso di questo materiale per cucchiai all'interno del Nord Europa.

Oltre alla conchiglia e il legno, i cucchiai sono stati realizzati in metallo (come l'oro, l'argento e peltro), avorio, osso, corno, ceramica, porcellana e cristallo.

Indian spoon of bronze,
European spoon of silver,
Persian spoon of bronze
Nel 1 ° secolo d.C, i romani progettato due tipi di cucchiai, i quali hanno avuto un'influenza di vasta portata. Il primo, il ligula, è stato utilizzato per minestre e cibi morbidi. Aveva una ciotola ovale appuntita e un manico che termina in un disegno decorativo. Il secondo stile del cucchiaio è stato chiamato cochleare, ed era un piccolo cucchiaio con una ciotola rotonda e un'impugnatura lunga e snella per mangiare frutti di mare e uova.

I primi cucchiai inglesi sono stati probabilmente modellati dopo questi due tipi di cucchiai a causa dell'occupazione romana della Britannia dal 43 al 410 d.C.

Durante il Medioevo, si ricorre a cucchiai in legno o corno per la cena. Gli alti ranghi spesso disponevano di cucchiai d'oro o d'argento. Tuttavia, a partire dal 14° secolo, cucchiai in ferro stagnato, ottone, peltro e altri metalli, divennero comune. L'uso del peltro, in particolare, ha reso accessibili i cucchiai più conveniente per la popolazione generale.


LISTA MATERIALI

Osso (Bone) / Conchiglia (Shell)


I cucchiai in osso son reperibili come utensili da cucina sin dal Paleolitico: dal momento che il termine latino da cui deriva la parola "cucchiaio" (coclea) indica anche la parola "conchiglia", è probabile che usassero quest'ultime.

Vengono ancora utilizzati in questo materiale al giorno d'oggi per servire alcuni alimenti il cui contatto con il metallo ne varierebbe l'esperienza.
Tra questi il caviale in particolare non ama il contatto del metallo (cambia leggermente il sapore) e son quindi più consigliate posate d'osso o di madreperla.

Gli utensili in osso non si ritrova solo in piatti d'alta cucina: per la sua capacità di inalterare il gusto sono infatti in vendita diverse posate d'osso anche per le semplici insalate.

Non molto comuni per l'elevato prezzo e la scarsa reperibiltà.


Legno (Wood)

Wooden SpoonsAgli strumenti in legno è riconosciuta una certa popolarità tra gli utensili da cucina nell'ambito della preparazione degli alimenti, in quanto cattivi conduttori di calore.

Il legno è prodotto dalla pianta come elemento strutturale, dalle ottime caratteristiche di robustezza e resistenza, ed è per questo impiegato utilmente dall'uomo. E' costituito da fibre di cellulosa trattenute da una matrice di lignina; il ruolo dell'emicellulosa non è stato ancora chiarito.

Il legno è commercialmente classificato in tenero e duro. Il legno derivato dalle conifere (per esempio il pino o l'abete) è di tipo tenero, il legno delle angiosperme (ontano, quercia, noce) è duro. In realtà questa suddivisione può essere fuorviante, poiché alcuni legni duri sono più teneri di quelli definiti teneri, per esempio la balsa, mentre alcuni teneri sono più duri dei duri, per esempio il tasso. In realtà questa distinzione deriva dalla nomenclatura inglese che definisce le conifere "softwood" e le latifoglie "hardwood", ma la traduzione in legno tenero e legno duro è un errore di ipercorrettismo, visto che le due parole inglesi stanno a significare semplicemente - e rispettivamente - conifere e latifoglie.

Il legno proveniente da specie differenti ha diverso colore, diversa densità e diverse caratteristiche della venatura. 



A causa di queste differenze e ai differenti tassi di crescita, i differenti tipi di legno presentano differenti qualità e valore

Variane il legno può variarne anche l'uso: il legno di betulla, ad esempio, consente di creare particolari posate monouso, insolito per il materiale ma comunque robuste, ottime per catering, buffet ed asporto.


Argilla (Clay)

L'argilla è malleabile quando idratata e può quindi essere facilmente lavorata con le mani. Quando è asciutta diventa rigida e quando è sottoposta a un intenso riscaldamento, subisce una trasformazione irreversibile diventando permanentemente solida e compatta.

Queste proprietà rendono l'argilla uno dei materiali più economici e largamente usati nella produzione ceramica fin dall'antichità. Le prime testimonianze di utilizzo di questo materiale da parte dell'uomo per creare manufatti risalgono al periodo neolitico, quando i primi oggetti di argilla (ciotole, vasi, ecc.) venivano cotti direttamente sul fuoco.

I minerali argillosi hanno caratteristiche fisico-chimiche peculiari, quali la dimensione micrometrica dei cristalli che comportano notevoli capacità di assorbimento d'acqua, scambio ionico e fissazione di cationi. Queste caratteristiche conferiscono al sedimento argilloso una sensibile plasticità se miscelato con acqua e refrattarietà se disidratato, proprietà che hanno permesso lo sviluppo dell'industria laterizia e ceramica.

Le argille, a causa della ridottissima dimensione delle particelle e alla elevata capacità di assorbimento, sono, assieme ai limi e limi argillosi, rocce pseudocoerenti, ovvero rocce le cui caratteristiche meccaniche sono determinate dalla coesione fra le particelle (e quindi dallo stato di idratazione) piuttosto che dall'attrito fra le stesse.



Terracotta (Terracotta)

La terracotta è un particolare tipo di ceramica ovvero un materiale inorganico non metallico duttile allo stato di natura e rigido dopo la cottura solitamente composto da argilla, feldspati, silice, quarzo, ossidi di ferro e alluminio.

La terracotta è un isolante termico quindi gli utensili realizzati con questo materiale si scaldano molto lentamente e più lentamente cedono il calore che hanno assorbito, mantenendolo a lungo nei cibi contenuti all'interno di essi.

Sono quindi ideali i recipienti in questo materiale per cucinare quei piatti che richiedono una cottura a fiamma bassa senza sbalzi di temperatura, in cui è importante che il riscaldamento avvenga in modo graduale ed uniforme: legumi, risotti, minestroni di verdure, stufati di carne.

Uno degli aspetti che ne ha limitato maggiormente la diffusione è la fragilità. Si consiglia infatti evitare di sottoporre utensili in terracotta a repentini shock termici.


Bronzo (Bronze)

Venne usato estesamente durante l'età del Bronzo. Durante questo periodo storico, cui diede perfino il nome, venne usato per costruire attrezzi, armi, corazze e strumenti più resistenti e leggeri di quelli in pietra o in rame.

Le leghe a base di rame hanno punto di fusione più basso rispetto all'acciaio, e sono più facilmente prodotte a partire dai loro costituenti. Hanno una densità superiore in media del 10% a quella dell'acciaio (alcuni tipi di bronzo contenenti molto alluminio o silicio possono essere meno densi), ma tutti i vari tipi di bronzo sono comunque meno duri e meno resistenti di esso
Sono però più elastici e più resistenti alla corrosione, soprattutto da acqua di mare, e resistono alla fatica meglio di quanto faccia l'acciaio: sono anche dei migliori conduttori di calore ed elettricità.
Una lega a base di rame costa più dell'acciaio, ma meno di una equivalente lega a base di nichel.


Rame stagnato (Tinned copper)


Il rame è un metallo dotato di elevatissima conducibilità termica (390W/mk).

Esso infatti risulta secondo solo all’argento nella scala dei conduttori. Questa caratteristica fa si che esso risulti un ottimo materiale per realizzare padelle, pentole, tegami e posate di vario genere.

L’aspetto che ne limita maggiormente la diffusione è il costo. Gli utensili in rame stagnato infatti hanno un prezzo spesso poco accessibile, per il costo elevato della materia prima e della stagnatura fatta ancora con metodo artigianale: ciononostante durano in eterno perché possono essere ristagnati internamente e rilucidati esternamente.

Poiché il rame si macchia facilmente, è utile ogni tanto strofinare lo strato esterno con limone nel quale è stato inserito sale, o con aceto e sale grosso, o con un impasto di aceto e farina gialla. È meglio non lavarlo in lavastoviglie.

Il rame è un metallo ad elevato peso specifico 8.9 kg/dm^3.
I recipienti realizzati in rame risultano quindi molto pesanti e poco maneggevoli.
Per tutte queste ragioni oggi l’impiego di pentole in rame è quasi esclusivamente limitato al settore professionale.

Il rame inoltre non è idoneo al contatto con gli alimenti e viene spesso ricoperto con uno strato di stagno o abbinato ad altri materiali idonei al contatto alimentare quali l’acciaio o l’alluminio.
In questo ultimo caso non parliamo più di rame ma di colaminato rame-acciaio o rame-alluminio.




Porcellana (Porcelain)

La porcellana è un particolare tipo di ceramica, che si ottiene a partire da impasti di una particolare argilla bianca (caolino), con l’aggiunta di feldspati e quarzo con cottura a temperature tra i 1300 e i 1400°C.

Gli utensili in porcellana non vanno confusi con utensili in alluminio o acciaio rivestiti con rivestimenti ceramici. Questi ultimi non hanno nulla a che vedere con la porcellana ma ne riprendono solo l’aspetto estetico grazie ad una colorazione chiara del rivestimento interno.

Gli utensili in porcellana sono dotati di elevata durezza e bassa presenza di porosità. Sono ideali per la preparazione di zuppe, salse possono essere usati nel forno tradizionale e a microonde.


Vetro (Glass)

Il vetro borosilicato, talvolta indicato anche con il nome commerciale di Pyrex è un materiale particolarmente indicato per l’impiego a contatto con sostanze alimentari. Le sue doti di inerzia chimica, trasparenza e resistenza al calore lo rendono ideali anche per impiego come materiale per utensili da cottura. Il vetro non è però un buon conduttore termico, caratteristica che ne limita gran parte dell’impiego solo nel forno tradizionale oppure in quello a microonde.

Il vetro risulta purtroppo essere fragile e poco resistente a brusche variazioni di temperatura.




Argento (Silver)

L'argento allo stato puro è un materiale molto duttile, di colore bianco e lucente, sensibile alla luce, ottimo conduttore di elettricità e di calore. Grazie alle sue straordinarie proprietà di atossicità e antibattericità, è il metallo più adatto ad entrare in contatto con cibo e bevande, anche perché non ne altera minimamente sapore ed odore. Si presta a svariate lavorazioni, poiché può essere laminato fin quasi alla trasparenza, ma deve essere fuso con un altro materiale, il rame, il quale conferisce consistenza alla lega.

L’argento è un potente antibiotico naturale usato da migliaia di anni. Le proprietà mediche dell’argento erano già conosciute ai tempi dell’antica Grecia. Si era notato che nelle famiglie in cui si mangiava utilizzando utensili in argento ci si ammalava meno e le infezioni erano rare. 

Così, tra i lignaggi reali si utilizzavano piatti e posate in argento, il cibo veniva conservato in contenitori d’argento e, nel tempo, delle piccole quantità d’argento si mescolavano ai cibi. Così si è osservato che dopo una o due generazioni, i benefici dell’argento rendevano praticamente immuni a qualsiasi malattia infettiva. Venivano chiamati “Sangue Blu” per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro.

L’argento ha proprietà antibatteriche molto potenti: basta la presenza di una piccola parte di argento in una soluzione per avere un’efficace azione antimicrobica. Gli ioni d’argento reagiscono e si legano con gli enzimi della cellula del microbo, inibendone l’attività e portandoli rapidamente alla totale estinzione.

Alpacca (Nickel silver)


L'Alpacca (detta anche Argentone o Argento tedesco) è una famiglia di leghe rame-zinco-nichel, con rame al 50-60%, zinco al 15-30% e nichel al 10-30%, aventi buone caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione
La presenza del nichel migliora tali caratteristiche e conferisce alla lega un aspetto molto simile a quello dell'argento. 

Brevettata nel 1838 da Alfred Krupp come Neusilber per la produzione industriale di posate, ancora oggi è materiale di base per le posate argentate.

L'Alpacca galvanizzata è conosciuta anche come argento cinese.

È una lega di 47–64 % rame, 10–25 % nichel, 15–42 % zinco, con talvolta elementi quali piombo, stagno, manganese o ferro. L’aggiunta al Rame di Nickel rende la lega dura e resistente alla corrosione. Caratteristica tipica è la leggerezza.

Ha un punto di fusione a ca. 900 °C, crescente secondo il tipo di lega, un peso specifico di  8,1 - 8,7 g•cm-3 (secondo miscela), una conduttività elettrica di ca. 3•106 bis 5•106 Ω−1•m−1 e termica di ca. 25 - 35 W•m−1•K−1 (coefficiente di conducibilità termica: 16•10-6 bis 17•10−6 K−1).

Può essere laminato, trafilato, forgiato. Con la ricottura sopra i 500 °C si cristallizza in modo nuovo, permettendo una nuova malleabilità.



Alluminio (Aluminum)

Le doti principali degli utensili da cucina in alluminio sono leggerezza elevata conducibilità termica.


Le forme in metallo vengono normalmente prodotti mediante deformazione plastica a freddo (stampaggio o imbutitura) di dischi piani. Dato che la formatura è tanto più agevole ed economica quanto minore è la resistenza meccanica del metallo e quanto maggiore è la sua duttilità, l’alluminio è il metallo che offre la migliore combinazione fra le esigenze di formatura, resistenza meccanica e di conduttività, indispensabili ad un buon utensile da cucina.

Oggi l’alluminio crudo risulta il metallo maggiormente impiegato nel campo della ristorazione.
L’aspetto che ne limita l’impiego nel campo del domestico è la facilità con la quale il cibo si attacca al fondo dell'utensile stesso e la non idoneità all'impiego in lavastoviglie.

L’alluminio inoltre si dilata durante il riscaldamento. Se il fondo delle padelle o dei tegami è piano e non concavo prima del riscaldamento ci saranno elevate probabilità che esso diventi convesso comportando problemi di stabilità e di trasmissione termica limitata nel caso di impiego su piastre vetroceramiche.

Acciaio inossidabile (Stainless steel)

Gli acciai inox (o acciai inossidabili) sono leghe a base di ferro e carbonio che uniscono alle proprietà meccaniche, tipiche degli acciai, le caratteristiche di resistenza alla corrosione del carbonio.
Tali materiali devono la loro capacità di resistere alla corrosione alla presenza di elementi di lega, principalmente cromo, in grado di passivarsi, cioè di ricoprirsi di uno strato di ossidi invisibile, di spessore pari a pochi strati atomici (3-5 × 10−7 mm), che protegge il metallo sottostante dall'azione degli agenti chimici esterni.

Gli acciai inox si dividono tradizionalmente, secondo la loro microstruttura, in tre grandi famiglie:
  • martensitici
  • ferritici
  • austenitici
Oltre a queste tre categorie esistono anche altre due famiglie meno note, il cui impiego è in forte ascesa, per impieghi specifici:
  • gli austeno-ferritici o duplex
  • gli indurenti per precipitazione
Gli impieghi più comuni sono vasellame o posateria di bassa qualità, acquai, lavelli e finiture per l'edilizia.




Bachelite (Bakelite)


La bachelite è il nome dato a una resina fenolica termoindurente ottenuta da formaldeide e fenolo per sostituzione elettrofila (idrossialchilazione aromatica) seguita da reazione di eliminazione, tramite reazione di Lederer-Manasse.
La bachelite possiede caratteristiche isolanti termoelettriche che, principalmente in passato, l'hanno vista utilizzata largamente in elementi elettrotecnici, interruttori elettrici, prese elettriche, manici di pentolame, apparati di radioricezione, ma anche come molte parti protettive di apparecchi elettrici o conduttori di calore

Viene considerata la prima materia plastica sintetica prodotta ed utilizzata, pur se preceduta dalle materie plastiche a base naturale come la galalite.


Plastica (Plastic)

Le materie plastiche sono materiali organici o semiorganici a elevato peso molecolare, cioè costituite da molecole con una catena molto lunga (macromolecole), che determinano in modo essenziale il quadro specifico delle caratteristiche dei materiali stessi.

La IUPAC (Unione internazionale di chimica pura e applicata) nel definire le materie plastiche come "materiali polimerici che possono contenere altre sostanze finalizzate a migliorarne le proprietà o ridurre i costi", raccomanda l'utilizzo del termine polimeri al posto di quello generico di plastiche.

Le caratteristiche vantaggiose delle materie plastiche rispetto ai materiali metallici e non metallici sono la grande facilità di lavorazione, l'economicità, la colorabilità, l'isolamento acustico, termico, elettrico, meccanico (vibrazioni), la resistenza alla corrosione e l'inerzia chimica, nonché l'idrorepellenza e l'inattaccabilità da parte di muffe, funghi e batteri. Quelle svantaggiose sono l'attaccabilità da parte dei solventi (soprattutto le termoplastiche) e degli acidi (in particolare le termoindurenti) e scarsa resistenza a temperature elevate.

Altra peculiarità è l'elevata leggerezza, che va da un minimo di 0,04 - 1 kg/dm³ per il polistirolo ad un massimo di 2,2 kg/dm³ del politetrafluoruetilene (PTFE), con una resistenza fisica molto eterogenea a seconda del tipo di plastica.

Molte posate monouso sono previste in plastica, anche imbustate per motivi d'igiene.

Kevlar (Kevlar)

Il kevlar è una fibra sintetica aramidica inventata nel 1965 da Stephanie Kwolek, una ricercatrice della DuPont. La sua caratteristica principale è la grande resistenza meccanica alla trazione, tanto che a parità di peso è 5 volte più resistente dell'acciaio.
Nel corso degli anni, questo tipo di fibra sintetica ha ricevuto miglioramenti notevoli in termini di resistenza meccanica. Fin dall'inizio essa si dimostrò promettente, con una resistenza di oltre 2 volte rispetto all'acciaio, a parità di massa. Con il tempo si è arrivati a prodotti ancora più resistenti, che offrono un rapporto di almeno 5:1 sull'acciaio (queste prestazioni sono riferite alla resistenza meccanica, ma non al logorio).

Il kevlar possiede anche una grande resistenza al calore e alla fiamma.

Non sono disponibili immagini di cucchiaini prodotti in questo materiale.

Fonti:
Hystory of the spoon - Hospitality Guild

Degusta - Argento e Calici
http://www.degusta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=747:argento-e-calici&catid=38:vini&Itemid=65
Pulcinella291 - Utensili, attrezzature e dispositivi meccanici nella storia
http://pulcinella291.forumfree.it/?t=67539776
Andid - Guida alla scelta dei materiali per la cottura degli alimenti

http://www.andid.it/guida-alla-scelta-dei-materiali-per-la-cottura-degli-alimenti_3.html